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Fatti di volontariato
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La disponibilità e la volontà di dedicarsi agli altri, cioè di fare volontariato, è una delle cose migliori che le persone stabiliscono di fare nella loro vita. È così, nel servizio concreto alle persone, che il concetto di solidarietà prende corpo e assume il suo più vero e profondo valore. Il concetto è chiaro, evidente, soprattutto in Trentino, dove da sempre la sensibilità a questi temi essenziali è sentita e diffusa.
Direi che fa parte della nostra cultura, della nostra civiltà. Ma quando si definisce il volontariato si è sempre ad alto rischio di retorica. Per questo, mi fermo qui, dicendo solo una cosa semplice ma credo non banale, cioè GRAZIE alle migliaia di trentini che, in tanti modi diversi, lo praticano. Mi preme di più e credo sia interessante, toccare aspetti che sono più vicini alle mie responsabilità di amministratore e soprattutto alle aspettative di chi fa volontariato e di chi anche nel volontariato trova risposte. Si discute spesso di ruolo delle associazioni e di ruolo della società civile rispetto
ai sistemi di welfare, del quale in questo momento mi occupo. Ed io trovo che, nonostante tutto, un buon principio guida si ritrovi nell’articolo 118 della Costituzione, secondo il quale le istituzioni ad ogni livello “devono favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Credo che questo assunto conservi ancora oggi tutta la sua importanza e validità, tanto che proprio su questa visione abbiamo indirizzato e indirizziamo le scelte e le attività della Provincia, anche in tema di politiche sociali e di welfare in senso lato. Lo abbiamo fatto già nella scorsa legislatura, progettando in armonia con questa logica la riforma delle politiche sociali del 2007.
Lo abbiamo fatto recentemente anche in settori dove il volontariato poteva essere percepito in veste più rivendicativa e mi riferisco al settore della sanità, con le sue associazioni dei pazienti in particolare. Scegliendo e forse sorprendendo un po’, di coinvolgere molti di questi gruppi in una Consulta delle associazioni a carattere sanitario. Lo abbiamo fatto, esprimendo una forte coerenza di fondo, anche con la legge sulle politiche familiari che è costruita quasi esclusivamente sulla capacità delle associazioni di volontariato di costruire dal basso quel benessere familiare che è uno degli obiettivi del Trentino di domani. Questa è la strada che abbiamo percorso e non abbandoneremo. Il progetto concreto è di costruire un sistema integrato delle politiche sociali. Per cercare – e non ci siamo ancora riusciti del tutto – di coniugare al meglio le risorse pubbliche con
le risorse che vengono dai cittadini. Per raggiungere due grandi obiettivi: continuare ad avere un sistema sociale dove la qualità e l’attenzione alla persona sono al primo posto, ma in una logica, di questi tempi più facile da capire, di sostenibilità economica. Il fulcro è costruire un sistema sociale che veda la compartecipazione di tutti i soggetti e di tutti gli attori: quelli istituzionali e quelli che rappresentano i cittadini, come le associazioni. Anche nella progettazione dei servizi e, in particolare, per creare un efficace strumento di analisi del bisogno. Perché, nel riconoscere il bisogno, la società civile arriva inevitabilmente prima delle Istituzioni.
La nostra missione, dopo aver riconosciuto queste grandi potenzialità, è quella di mettere in gioco le energie ottimizzandole, costruendo una vera rete sul territorio, fondamentale per migliorare i servizi e renderli più efficaci ed efficienti. In sostanza, credo ci sia oggi un patto da stipulare. Un patto fra volontariato e istituzioni che, parlando lo stesso linguaggio e rispettando un sistema di regole condiviso, creino dei riferimenti validi per tutto il territorio.
Con un ruolo chiave alle Comunità di Valle, che devono passare dalla fase della delega dell’assetto istituzionale precedente alla fase della piena assunzione di responsabilità e scelta delle priorità. Con un ruolo fondamentale al volontariato e al privato sociale, che sono chiamati ad accettare pienamente, insieme a noi, anche la logica dell’efficienza, della misurazione dell’efficacia, di quello che si realizza. Prioritaria dovrà essere la capacità di fare assieme, per indirizzare meglio e su obbiettivi comuni le energie che ogni soggetto esprime.
Questa prospettiva ha, a mio avviso, naturalmente “un faro”. Una visione che la sorregge nel suo insieme. Ed è l’idea di mettere al centro di ciò che facciamo i bisogni della persona. Facendosene carico attraverso le due realtà in cui la persona si sviluppa: la famiglia da una parte e la comunità dall’altra… con lo sguardo proiettato più in là rispetto al presente. Noi politici possiamo prendere delle decisioni mirando al consenso che queste
possono produrre… ma penso che questo approccio personalistico e deleterio abbia fatto il suo tempo. Non c’è più spazio per i giochetti. I dubbi e i rischi che pesano sull’economia di tutto il nostro continente non consentono, in nessun modo, leggerezze. E noi dobbiamo rispondere a una domanda essenziale: come conservare il benessere diffuso e i servizi sociali del Trentino di oggi anche ai nostri figli? In altri parole, abbiamo la necessità e il dovere di verificare costantemente e gestire con rigore la sostenibilità del nostro sistema.
Per farlo dovremo operare qualche scelta difficile, qualcuna che, nel breve periodo, potrà sembrare in controtendenza rispetto all’obiettivo che la provincia ha di continuare ad investire sul welfare. Ma lo faremo guardando avanti e con attenzione e ciò che è prioritario.
Il volontariato è un valore, un motivo ideale e culturale che tutti abbiamo il compito di preservare e far crescere, soprattutto nelle nuove generazioni. Il volontariato è anche una essenziale risorsa che, prima degli altri, noi amministratori abbiamo la volontà forte e precisa di sostenere concretamente, anche nei momenti più difficili. Con il supporto di chi lo esercita, ne è protagonista e dovrà applicare un impegno aggiuntivo, un’attenzione rivolta anche alla tenuta del nostro sistema. Per garantire domani ciò che abbiamo oggi.
a cura di Ugo Rossi - ex.Assessore alla salute e polite sociali